La prima osservazione di un pigmento nel latte con fluorescenza giallo-verde può essere fatta risalire al chimico inglese Alexander Wynter Blyth nel 1872, ma fu solo all'inizio degli anni '30 del ‘900 che la sostanza fu caratterizzata come riboflavina.
L'interesse per i fattori alimentari accessori iniziò nella seconda metà del XIX secolo con la scoperta della prima vitamina, la tiamina.
Come abbiamo visto la tiamina è solubile in acqua e prese il nome di vitamina B.
Tuttavia, i ricercatori compresero che c'erano più fattori idrosolubili aggiuntivi.
La ricerca per identificare questi fattori alimentari accessori nel latte, nel grano intero, nel lievito e nel fegato iniziò all'inizio del 1900.
Poiché non esiste una malattia nutrizionale classica attribuibile alla carenza di riboflavina, sono state le proprietà di stimolazione della crescita degli estratti alimentari somministrati ai ratti giovani che hanno permesso di identificare la riboflavina come una vera e propria vitamina, cui fu dato il nome di vitamina B2, anche se la natura essenziale di questa sostanza, ovvero la sua attribuzione certa al mondo delle vitamine per l'uomo fu dimostrata soltanto nel 1939.
Denominazioni:
Vitamina B2, riboflavina, lattoflavina, ovoflavina
Formula bruta: C17H20N4O6
Formula di struttura: vedi figura all’inizio del post
Caratteri:
La vitamina B2 si presenta come una polvere cristallina aghiforme, gialla o giallo arancio, con debole odore e sapore amaro e persistente. Fonde a 282 °C con decomposizione. Praticamente insolubile in acqua ma solubile nella soluzione fisiologica allo 0, 9% di cloruro di sodio, insolubile in alcool, acetone, etere e cloroformio. Si scioglie invece benissimo in soluzioni diluite di idrossidi alcalini.
In acqua i cristalli danno colorazione giallo-verde anche se molto diluiti e in ambiente neutro manifestano una certa fluorescenza verdastra che scompare per aggiunta di acidi o di alcali. Si decompone facilmente alla luce (per azione degli ultravioletti) mentre è relativamente resistente alla temperatura anche in soluzione e resiste abbastanza bene ad agenti ossidanti come acido nitrico, acqua ossigenata, bromo.
Attività biologica:
La vitamina B2 viene assorbita dalle pareti intestinali previa fosforilazione ed inviata al fegato anche se le riserve sono scarse.
L’escrezione avviene come riboflavina o come cataboliti di essa principalmente per via urinaria.
La vitamina B2 costituisce importanti enzimi, implicati fra l’altro in reazioni di ossidoriduzione biochimica legate agli acidi grassi, agli aminoacidi, alla catena respiratoria (con la regolazione di ioni idrogeno ed elettroni), alla formazione di Acetilcolina.
Fabbisogno, sintomi di carenza:
I valori raccomandati di assunzione per l’uomo sono di circa 0,6 milligrammi per ogni 1.000 kcal al giorno.
Il deficit di vitamina B2 nell’uomo è raro ed in genere legato a patologie della catena di assorbimento gastrico o a malattie del fegato (cirrosi) o anche a patologie generali, come il diabete in fase di squilibrio metabolico.
Preparazione:
La vitamina B2 è notevolmente diffusa in natura, sia allo stato libero che in combinazione protidica.
È contenuta nei prodotti dell’industria lattiera, nelle uova, in alcuni organi di mammiferi (reni, fegato, cuore) e nei lieviti.
Inoltre essa viene sintetizzata dalla flora intestinale esistente nell’intestino. Potrebbe essere estratta dal latte o anche da residui di distillazione e di fermentazione ma si preferisce ricavarla per sintesi chimica.
Prodotti con attività di Vitamina B2:
In genere si prepara l’estere 5’-ortofosforico della riboflavina e i relativi sali sodici o di dietilammina, più facilmente solubili in acqua e la ossimetil-riboflavina.
Bibliografia
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T. Storto, E. Soriani, Principi attivi per la preparazione di integratori e di integratori medicati per mangimi, Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, 1978
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