Vitamina H

Vitamina H

La vitamina H deve il nome all’iniziale della parola tedesca Haut, he significa pelle.

Fu identificata nel 1931 con una sostanza estratta dal fegato e capace di curare la cosiddetta malattia del bianco dell’uovo, sindrome provocata in animali da esperimento alimentati esclusivamente con chiara d’uovo e caratterizzata da estese alterazioni della pelle.

Il bianco dell’uovo, infatti, contiene un’antivitamina, l’avidina, una glicoproteina termolabile che forma un complesso inattivo con la biotina.

Questo complesso resiste all’azione degli enzimi digestivi e attraversa il canale digerente e intestinale inalterato. Un buon motivo per cuocere sempre le uova.

Esiste in due forme: la forma cosiddetta alfa, proveniente dal rosso d’uovo e la forma beta, proveniente dal fegato, caratterizzate da una differente catena laterale: l’acido iso-pentanoico per la forma alfa e l’acido n-pentanoico per la struttura beta.

Denominazioni:

Vitamina H, beta-biotina, vitamina antiseborroica, fattore cutaneo

Formula bruta: C10H16O3N2S

Formula di struttura: vedi figura all’inizio del post

Caratteri:

La vitamina H si presenta come una polvere cristallina aghiforme, bianca, inodore, poco asolubile in acqua fredda e alcool, più solubile in acqua calda e in alcali diluiti, quasi insolubile in cloroformio, etere etilico ed etere di petrolio. Fonde a 232 – 233 °C.

È otticamente attivae soltanto l’isomero destrogiro ha attività vitaminica.

È stabile all’aria e al calore, abbastanza resistente ad acidi ed alcali, essendo un acido organico può essere facilmente esterificato.

Esiste anche una forma alfa, di minore attività biologica come vitamina.

Attività biologica:

La vitamina H contenuta nei vegetali non è biodisponibile in quanto si lega con altri componenti che non la rilasciano facilmente.

Le fonti alimentari più ricche di vitamina H sono il lievito di birra, i cavoli, cacao, fegato, funghi, carne, cereali,mandorle, arachidi.

Sia la vitamina H assorbita con gli alimenti che quella prodotta dalla flora intestinale viene assorbita dall’intestino tenue e si deposita particolarmente nella pelle, nel fegato, e nel cervello.

È eliminata sia con le urine che con le feci. La vitamina H è il coenzima di alcune importanti reazioni biochimiche, come la carbossilazione e la trans carbossilazione e prende così parte alla sintesi dei grassi, del glicogeno, delle purine.

Fabbisogno, sintomi di carenza:

Il fabbisogno varia dai 15 ai 100 milligrammi al giorno e non si conoscono casi di carenza spontanea di questa vitamina nell’uomo.

Preparazione:

In natura si ritrova sia allo stato libero che legato a proteine, nel tuorlo d’uovo, nel fegato, nei reni, nel lievito di birra, nella melassa da barbabietola.

Si estrae dal lievito di birra dopo idrosili acida anche se in genere si preferisce sintetizzarla per via chimica.

Prodotti con attività di Vitamina H:

Si usa l’estere metilico della beta-biotina.

Bibliografia

P. Cappelli, V. Vannucchi, Chimica degli Alimenti, Zanichelli, 2000

T. Storto, E. Soriani, Principi attivi per la preparazione di integratori e di integratori medicati per mangimi, Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, 1978