Il nome deriva dalla parola tedesca Koagulationvitamin, visto che è il fattore che favorisce la coagulazione del sangue.
Per vitamina K si intendono sia la K1 che la K2 di origine naturale che, con criterio non unanimemente accettato, altre sostanze di sintesi tra le quali la più semplice , importante ed attiva è la K3, assunta anche come termine di riferimento dell’attività vitaminica genericamente riferita alla vitamina K.
La vitamina K fu scoperta casualmente nel 1929 nell’ambito di una serie di test sul metabolismo degli steroli e fu immediatamente associata alla coagulazione del sangue.
Nel decennio successivo, i principali vitameri K, fillochinone e menachinoni, furono isolati e completamente caratterizzati.
All'inizio degli anni '40, i primi antagonisti della vitamina K furono scoperti e cristallizzati con uno dei suoi derivati, il farfari (inizialmente un veleno per topi che agiva, appunto come anticoagulante), ancora ampiamente utilizzato nell'ambiente clinico odierno.
Tuttavia, i maggiori progressi nella comprensione dei meccanismi di azione della vitamina K sono avvenuti negli anni '70 con la scoperta dell'acido γ-carbossiglutammico (Gla), un nuovo amminoacido comune a tutte le proteine della vitamina K.
Gli anni '70 videro anche un'importante svolta per quanto riguarda la nostra comprensione del ciclo della vitamina K.
Gli anni '90 e 2000 sono stati anche contrassegnati da importanti studi epidemiologici sull'impatto della vitamina K sulla salute delle ossa e del cuore.
Denominazioni:
Vitamina K, vitamina della coagulazione, vitamina antiemorragica, fattore protrombinico
Formula bruta: C11H8O2
Formula di struttura: vedi figura all’inizio del post
Caratteri:
• K1: fillochinone o fitonadione o 3-fitilmenadione. Nome chimico 2-metil3-fitil-1,4-naftochinone. Liquido oleoso, alquanto vischioso, color giallo chiaro, che può solidificare per raffreddamento sotto i -20 °C
• K2: farnochinone. Nome chimico 2-metil-3-difarnesil-1,4-naftochinone. Polvere cristallina color giallo, che fonde a 53 – 55 °C
• K3: menadione o menaftone o metilnaftone. Nome chimico 2-metil-1,4-naftochinone. Polvere cristallina di colore giallo limone, di odore caratteristico e leggermente aromatico, con punto di fuzione 105 – 108 °C.
Sia le vitamine K di estrazione da prodotti naturali che la K3 di sintesi sono praticamente insolubili in acqua moderatamente solubili in alcool, solubili negli oli, nei grassi e in acetone, etere e cloroformio.
Sono tutte resistenti al calore, tanto che le loro soluzioni possono essere sterilizzate senza timore di decomposizione. Sono invece alquanto sensibili alla luce, all’ossigeno dell’aria e agli agenti alcalini e saponificanti.
La K3 è irritante per le vie respiratorie e per la pelle.
Attività biologica:
la prinipale funzione della vitamina K è nella coagulazione del sangue, essendo un coenzima nella carbossilazione di alcune proteine, come la protrombina, fondamentali per questa attività di coagulazione ematica.
Fabbisogno, sintomi di carenza:
I fabbisogni non sono ben determinati anche se per l’adulto si raccomanda un apporto giornaliero di 50 – 70 microgrammi.
La K2 e la K3 sono sintetizzate naturalmente dalla flora intestinale, anche se sono diffuse nel regno vegetale.
Le carenze di conseguenza sono assai rare e i casi osservati sono dovuti a problemi di assorbimento o a insufficienze epatiche severe.
Come tutte le vitamine liposolubili viene assorbita nell’intestino in presenza di bile e immessa nei vasi linfatici.
Si accumula nel fegato e nei muscoli, anche se in misura assai ridotta. Viene espulsa attraverso le urine in forma ossidata o glucuronata.
Preparazione:
Sono presenti sia negli alimenti di origine animale che in quelli di origine vegetale. Particolarmente nelle foglie verdi (soprattutto castagno, spinaci, cavoli) e nell’erba medica la K1, mentre la K2 soprattutto nel fegato di maiale.
Da queste fonti possono essere estratte. La K3 invece è prodotta per via chimica, per ossidazione della 2-metilnaftalina.
Bibliografia
P. Cappelli, V. Vannucchi, Chimica degli Alimenti, Zanichelli, 2000
T. Storto, E. Soriani, Principi attivi per la preparazione di integratori e di integratori medicati per mangimi, Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, 1978
G. Ferland, Centre de Recherche, Institut universitaire de gériatrie de Montréal, University of Montreal, Montreal, Que., Canada, “The discovery of vitamin K and its clinical applications”, Ann. Nutr. Metab. 2012;61(3):213-8.