le fibre del cotone al microscopio. Ingrandimento di 200 volte.
Il cotone è una pianta, genere Gossypium, ordine delle Colonnifere, famiglia delle Malvacee.
I primi cotoni selvatici sono stati utilizzati in India verso il 3000 a.C. Di certo attorno al 1000 a.C. in India esistevano coltivazioni di cotone.
Una teoria, che poggia su basi genetiche ritiene che il cotone asiatico sia arrivato in America attraverso lo stretto di Bering dove sarebbe stato ibridato con specie autoctone dando così origine al cotone americano moderno.
Il cotone indiano fu utilizzato nell’antico Egitto e nella Grecia e Roma classiche.
Esso divenne familiare ai Greci durante le guerre di Alessandro Magno. Aristobulo narra che gli indiani “separavano i semi dalle capsule contenenti la fibra che poi veniva pettinata come la lana”.
Siccome le fibre del cotone sono troppo corte per essere pettinate a mano, vuol dire che già gli indiani a quel tempo conoscevano tecniche di pettinatura a macchina, sul modello dei telai di cardatura della lana.
Ai tempi dei Romani, stoffe di cotone venivano prodotte su larga scala a Malta ma quelle indiane continuavano ad essere ritenute le più pregiate per candore e finezza.
Il cotone veniva coltivato anche in Asia Minore, Arabia, Siria, Golfo Persico ed Egitto.
Plinio distingue fra una specie indiana ed una più cespugliosa egizia.
Già in Grecia attorno al primo secolo dopo Cristo si usavano tessuti con trama di cotone ed ordito di lino. Questo tessuto misto, noto come “fustagno” (dal nome della città egiziana di Fostat, attualmente un sobborgo del Cairo) sarebbe poi diventato un importantissimo prodotto dell’industria europea tardo medievale.
Nell’ottavo secolo gli arabi introdussero il cotone in Spagna dove la sua industria assunse grande rilevanza.
Dalla Spagna l’industria del cotone si diffuse nel dodicesimo secolo in Italia e in Francia, un secolo più tardi nelle Fiandre e dopo un ulteriore secolo in Germania per arrivare in Inghilterra soltanto nel quindicesimo secolo.
Il migliore cotone medievale proveniva dalla Siria, quello di minore qualità dall’Armenia. Poi c’erano i cotoni europei, di qualità ancora inferiore, come quelli di Malta, della Calabria e, il più scadente, della Sicilia.
Nel tardo medioevo la lavorazione del cotone era abbastanza semplice: tolto dalle balle nelle quali era stato compresso per il trasporto, esso veniva steso su una graticciata di vimini o una rete metallica e battuto con verghe per eliminare terriccio, sabbia e i semi .
Per aprire le fibre si usava l’arco, come nel caso della lana. Dopo la cardatura si procedeva alla filatura. Quindi il cotone veniva bollito in acqua e liscivia di cenere di legno talvolta con l’aggiunta di calce.
In Germania le fibre venivano infeltrite mediante energica follatura ed il prodotto risultante veniva venduto come un ottimo mantello impermeabile.
Durante il Rinascimento i tessuti di cotone, prima della pressatura, venivano lucidati strofinandoli con pietre o pezzi di legno duro.
Esistono una cinquantina di specie di Gossypium ma soltanto poche di esse hanno rilevanza commerciale. Le piante sono dei cespugli perenni alte fra i 90 centimetri e i tre metri.
Hanno necessità di clima caldo e umido. Hanno foglie lobate, fiori bianchi, gialli o rossi. Attorno ai fiori ci sono tre o quattro brattee a forma di cuore che permangono dopo la caduta dei fiori e si contraggono per trattenere le capsule di cotone che avvolgono i semi.
I semi vengono rimossi dalle brattee mediante sgranatura. Il cotone che resta passa alle successive fasi di lavorazione.
La principale caratteristica delle fibre di cotone grezzo è il numero di volte con cui le fibre sono attorcigliate su se stesse. In genere da 80 a 120 volte per centimetro. Questo numero è alla base della qualità dei prodotti tessili fabbricati con le fibre.
La fibra del cotone, come quella del lino, è formata da un’unica cellula vegetale, a forma tubolare molto allungatala quale ha una estremità libera ed un’altra attaccata al seme.
La lunghezza delle fibre di cotone varia da 10 a 50 millimetri e lo spessore, massimo a circa metà fibra, varia da 12 a 40 micron (millesimi di millimetro). Le fibre del cotone sono isolate e all’esame microscopico, come quelle del lino, non appaiono mai raggruppate in fasci.
Ogni fibra si presenta (vedi figura) come un nastro appiattito con al centro un canale largo con grumi all’interno delle pareti che appaiono alquanto spesse. Il nastro si presenta spesso come avvolto in spirali, spesso intervallate e con sensi di rotazione differenti. Verso la punta il nastro diventa cilindrico mentre dall’altra parte esso mostra i segni di strappa tura dal seme.
Il valore delle fibre aumenta con la loro lunghezza e, come già detto, con gli attorcigliamenti che esse presentano all’esame microscopico.